Mel e la sua piazza

La piazza principale di Mel racchiude, come un salotto, elementi e pezzi di stile di periodi diversi, ma in armonia tra loro.

I tetti, si fanno notare per i loro caratteristici camini, a forma di colonne o di pilastri orlati di cornici e terminanti con una piccola ed elegante copertura a coppi sporgenti, disposti circolarmente e formanti una merlatura dentellata sopra piccole feritoie.
Al centro della piazza vi è un antenna, un tempo costituita da un albero di legno che, nel 1949, fu sostituito da un palo in ferro di 27 metri e dal peso di 7 quintali. Nella parte anteriore del piedistallo di pietra sono scolpiti, sormontati da un cappello episcopale e racchiusi da un nastro a tre fiocchi, lo stemma della Magnifica Comunità e quello della famiglia Zorzi, Conti di Mel ( rispettivamente a destra e a sinistra di chi osserva).

Il municipio: è una costruzione rinascimentale che risale all’anno 1510. Sopra il tetto spicca una torretta, nella quale fu sistemato il grande orologio, che un tempo si trovava nel campanile distrutto nel 1756 da un fulmine.
Il salone al primo piano fu affrescato da Marco da Mello nel 1545 e i dipinti rappresentano alcuni episodi dell’Orlando Furioso.
Sulla parete a destra del portone di accesso è scolpito lo stemma della famiglia Zorzi. A fianco del municipio si apriva un ampio salone a forma di portico che giungeva fino alle Municipio stanze ora adibite ad Ufficio Tecnico un tempo chiamato “Loda”, loggia; tra il portone di ingresso del municipio e la
“Loda” vi erano le carceri, che avevano uno sportello munito di robusta grata in ferro, ancora visibile, dal quale il condannato poteva udire la sentenza mentre veniva pronunciata nel salone centrale dal giudice unico. Alla base della colonna del loggiato si nota tuttora un grosso anello in ferro, al quale venivano legati i condannati destinati alla fustigazione.

Palazzo delle Contesse: costruito nel XVII secolo, si trova   nell’angolo nord-ovest della piazza e spicca per architettura e per il colore chiaro della facciata. Il Palazzo, così chiamato perché l’antico proprietario sposò in prime e seconde nozze delle contesse, consta di tre piani, più un ampio sottotetto. La spaziosa sala del primo piano si apre sulla piazza mediante una bellissima trifora con poggiolo recinto da artistica ringhiera in ferro lavorato e sostenuto da 6 mensole in pietra scolpita. Nella medesima sala si possono ammirare il pavimento “alla veneziana”, magistralmente rifinito e il soffitto decorato da un affresco attribuito al pittore bellunese
Antonio Bettio.
Palazzo Barbuio-Gaio (ora casa Francescon): risalente al XIV secolo è fra le più antiche del paese ed ora monumento nazionale . La facciata rivolta a sud è dipinta con affreschi che raffigurano una scena di battaglia e personaggi in piedi, mentre, in alto, dei medaglioni incorniciano busti di uomo e di donna. Gli affreschi sono opera di Pomponio Amalteo, pittore nato a Motta di Livenza nel 1505. All’interno, al primo piano, sono stati riportati alla luce alcuni affreschi raffiguranti due personaggi in piedi ed un castello, ripetuto più volte nella casa e scolpito su chiavi di volta di portoni, sullo stemma della famiglia Barbuio e riprodotto sul pavimento “alla veneziana” che si trova al primo piano.

Palazzo Fulcis: (ora Guarnieri-De Cal): palazzo di origine settecentesca, volge la facciata sulla piazza ed di grande cortile interno che si apre sul fondo verso la campagna, presenta una lunga ala rustica con un arioso porticato ad archi su pilastri dal bugnato nitido e vigoroso. Nel giardino ci sono ancora vari elementi in pietra scolpiti, un piccolo pozzo e, verso est, un bel portone dal caratteristico fastigio.

Casa Fulcis: la costruzione risale al XVII secolo recentemente ristrutturata ove ci si può fermare per una pausa al “Chocolat, maison de delicatesse”, accogliente locale. Spicca all’esterno una trifora con aperture laterali trabeate e apertura centrale ad arco, con balcone tenuto al filo della facciata ed il timpano.

Locanda Cappello: palazzo secentesco acquistato da Lorenzo Cappello che adattò i locali a locanda. Nell’ampia facciata esterna spicca l’emblema metallico di un cappello che nel corso degli anni cambiava colore a seconda degli orientamenti politici prevalenti. Dopo l’ampio porticato di accesso, pavimentato in pietra, si entra in un cucinone, soffittato in parte con travi a vista e in parte con volte a crociera; al piano superiore vi sono una spaziosa sala e varie salette decorate con graziosi affreschi ottocenteschi che decorano anche l’ultimo piano. L’Antica Locanda “al Cappello” rientra nel novero dei Locali Storici d’Italia . www.anticalocandacappello.it